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5 domande a Mario Calabrese, assessore alle Infrastrutture e Mobilità | Napoli Giunta fin qui

Ci racconti come e perché ha accettato il ruolo di Assessore

Erano i primi giorni di maggio 2013, quando il Sindaco, che non avevo avuto modo di conoscere personalmente prima, mi ha fatto chiamare al cellulare, mentre ero al lavoro all’Università, per propormi l’ingresso in giunta. A quel tempo era lì che passavo le mie giornate lavorative, in quanto ero vice-direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile Edile ed Ambientale della Federico II e presidente di due corsi di laurea, quello in Ingegneria civile ed Ingegneria dei sistemi idraulici e di trasporto.

Con il Comune avevo avuto in precedenza un breve contatto, tra la fine del 2011 e gli inizi del 2012, in occasione della coppa America. Avevo, infatti, redatto, per conto del Provveditorato alle opere pubbliche, gli studi di idraulica marittima a supporto della progettazione delle scogliere e del recupero del muro di riva del lungomare. Dopo di allora non avevo più avuto contatti.
Dopo quella telefonata, mi presi del tempo per riflettere.

Se devo essere sincero la mia prima reazione fu quella di non accettare il prestigioso incarico. Già anni prima avevo rinunciato ad una proposta analoga che mi era stata fatta dal sindaco di Caserta dell’epoca.
Il mio mestiere è quello di professore di ingegneria, la mia passione, mi dicevo.
Questa volta, però, la richiesta veniva dal governo cittadino di Napoli, la mia città. Da un governo che stava cercando con fatica di fare uscire la città dalla grave crisi nella quale negli anni era precipitata fino a giungere all’orlo del dissesto.
Alla fine ho accettato, pur avendo la consapevolezza che l’incarico assunto sarebbe stato molto impegnativo e di grande responsabilità.
Lavorando ho, poi, scoperto che l’incarico è anche molto più impegnativo e complesso di quanto avrei mai potuto immaginare prima, ma vedere concluse delle attività e delle iniziative per la città ripaga completamente di ogni sforzo o preoccupazione.

Napoli è una città cambiata, ci racconti come ha contribuito al suo cambiamento

In questi anni abbiamo portato a termine opere importantissime, che stanno radicalmente cambiando il modo di percepire e di vivere la città. Abbiamo ultimato le stazioni Toledo, Garibaldi e Municipio della linea metropolitana 1, nodi di trasporto quotidianamente utilizzati da migliaia di utenti e che stanno diventando anche dei luoghi simbolo della città. Abbiamo portato la linea 2 della metropolitana a San Giovanni e stiamo potenziando il sistema di parcheggi di interscambio sia nella zona est, proprio in corrispondenza di questa stazione, che nella zona ovest, con il parcheggio di viale della Liberazione.

Per quanto riguarda le strade, ci sono alcune cose in particolare che mi fa piacere ricordare: a pochi mesi dall’insediamento, mi sono molto impegnato per portare a conclusione diversi lavori che per problematiche varie non avevano mai avuto inizio, seppur finanziati, o che avevano visto interrompersi le attività lavorative e ho fatto riaprire al transito via Coroglio che era chiusa da anni.
Inoltre, nel solo biennio 2013-2014, l’Amministrazione ha destinato alla manutenzione straordinaria delle strade principali quanto in precedenza destinato nel quinquennio che va dal 2006 al 2010. Questo cambiamento di rotta ha fatto sì che nel solo periodo maggio 2013 – giugno 2015 si siano mantenuti circa 30 km di strade principali e circa 35 km dei cosiddetti grandi assi viari, pari a poco meno al 25% dell’intera rete viaria principale (di diretta competenza del servizio strade centrale e quindi dell’assessorato).
A tali interventi, già realizzati, vanno aggiunti quelli che avranno inizio nei prossimi mesi (di estensione totale pari a km 30) che, prevedibilmente, consentiranno di giungere, entro il termine del 2016, al ragguardevole traguardo di circa 95 km di rete principale interamente riqualificati in 3 anni e mezzo su un totale di circa 280 km.

Inoltre, in questi anni, abbiamo messo in piedi un sistema di interventi per riparare le buche sulle strade che ci ha consentito di tenere sotto controllo quella che era diventata, man mano, negli ultimi dieci anni, una vera e propria emergenza.
Le azioni messe in campo per la mobilità e per la manutenzione delle strade ci hanno anche consentito di pensare, con relativa serenità, a un nuovo modo di concepire gli spazi urbani: non più solo spazi anonimi dove far circolare le auto ma luoghi per pedoni e ciclisti.
In questa ottica sono state riqualificate piazza Municipio, via Verdi e, si sta lavorando per via Marina.

Quali sono le maggiori difficoltà riscontrate nello svolgere il ruolo di assessore?

Non è stato semplice capire il funzionamento di una struttura complessa come il Comune. Ho scoperto, tra le persone che ci lavorano, delle grandi professionalità costrette spesso ad operare con risorse estremamente scarse. E, nonostante questo, in grado di conseguire importanti risultati. Altra difficoltà è l’eterna emergenza in cui vive la città per l’atavico dissesto del territorio e la mancata manutenzione, questione che, per ciò che riguarda le strade, abbiamo avviato a soluzione strutturale.

Qual è il progetto del suo assessorato di cui va più fiero, in cui ha investito più energie?

Sicuramente la realizzazione della rete metropolitana, una delle più importanti opere pubbliche che si stanno portando avanti nel Paese. A questo progetto dedico una riunione di coordinamento che impegna me, il mio staff, i dirigenti del comune e delle concessionarie per un intero pomeriggio a settimana.

Cosa vuole dire ai cittadini napoletani?

Che l’attenzione dei cittadini è, per noi, lo stimolo a fare sempre di più e sempre meglio per la città. Che la città, tra mille difficoltà, sta cambiando volto e che questo processo di cambiamento non deve arrestarsi.

Mario Calabrese