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Unioni gay: cosa c’è da sapere?

Di notizie sulle unioni gay, in Italia come nel resto del mondo, se ne sentono tante.

Nel nostro Paese, a differenza di molti altri, siamo ancora in una lunga fase di dialogo e confronto politico, una fase che sembra non vedere mai la conclusione e si mostra interminabile, se si considera che il primo passo in tal senso fu un disegno di legge proposto nel lontano 1986.

Nonostante i molteplici inviti del Parlamento Europeo a favorire il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, infatti, l’Italia a tutt’oggi manca di una legislazione che veda riconosciuti diritti fondamentali per le coppie omosessuali. Si è parlato, negli anni, di Pacs, Dico e coppie di fatto, ma ciò nonostante la situazione delle unioni civili è immutata. Le unioni civili riguardano in realtà tutte le coppie che legate da vincoli affettivi ed economici, che non accedono all’istituto giuridico del matrimonio, o perché preferiscono non farlo, o perché per loro non è possibile accedervi.

La polemica, tuttavia, esplode proprio per quelle coppie omosessuali che, per legge, non possono contrarre matrimonio; si tratta di una polemica che chiama in causa forti sentimenti di omofobia e che riguarda quelle coppie definite “di fatto” poiché, appunto, non riconosciute legalmente. Nonostante il clima omofobico, molti comuni tra cui quello di Napoli, hanno istituito il Registro Amministrativo delle Unioni Civili, facendosi carico di una richiesta proveniente dalla popolazione e che la legislazione italiana ancora non riesce a soddisfare.

La polemica di stampo omofobico si è accesa nuovamente negli ultimi tempi a causa dell’ultimo disegno di legge, l’ennesimo, che, se approvato, porterebbe finalmente l’Italia al pari della maggior parte dei paesi europei: la legge Cirinnà. Il DDL prevede infatti l’istituzione dei Registri Amministrativi delle Unioni Civili, con il potere di certificare l’unione di due persone maggiorenni che richiedono di iscriversi. La proposta di legge, inoltre, prevede la possibilità, per una coppia omosessuale, di adottare il figlio biologico di uno dei due partner. Nonostante le marcate differenze con più avanzate legislazioni europee, questo potrebbe essere il primo passo per il riconoscimento e la parità dei diritti di tutti i cittadini italiani, anche perché il disegno di legge prevede il riconoscimento dell’assistenza sanitaria e carceraria, la possibilità di scegliere tra unione e separazione dei beni, il subentro nel contratto d’affitto e la reversibilità della pensione, diritti che sono invece attualmente negati alle coppie omosessuali, e che causano difficoltà quotidiane a tutte le gay e lesbiche.

Alla luce di questa disamina forse è giusto domandarci cosa ancora ci spaventa, quali aspetti delle “differenze” sentiamo di non riuscire ad integrare nel nostro modo di costruirci il mondo e nella nostra idea di famiglia.

Partire da noi stessi, dai nostri valori e dai nostri limiti, analizzando ciò che proviamo nei confronti dell’altro può essere un esercizio importante di civiltà e di apertura alle novità.

 

Dott.ssa Alessia Cuccurullo

Psicologa

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