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5 domande ad Annamaria Palmieri, assessora alla Scuola e all’Istruzione | Napoli Giunta fin qui

Ci racconti come e perché ha accettato il ruolo di Assessore

Quando Luigi mi ha chiamato lavoravo come docente impegnata nella formazione docenti come presidente di un’associazione professionale che da sempre combatte per la difesa e la qualità della scuola pubblica presidio di democrazia e di pensiero libero. Il mio impegno era la politica della scuola in senso etimologico, come forma della polis: non avrei potuto non accettare la sfida di Luigi de Magistris, di un’amministrazione finalmente aperta all’ascolto e alla partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. Entusiasmante e faticoso, ma bellissimo impegno.

Napoli è una città cambiata, ci racconti come ha contribuito al suo cambiamento

Le scuole non erano abituate ad essere ascoltate, a ricevere sempre una risposta il primo mio impegno è stato creare un assessorato di prossimità, vicino ai loro bisogni e alle loro istanze, pronto sempre a mettersi in gioco per rappresentare al meglio – in tutte le sedi opportune-  le loro esigenze e facilitare anche la visibilità del loro lavoro infaticabile. Abbiamo voluto fare della refezione un servizio educativo di qualità, salvaguardare contro la spending review le scuole comunali assumendo le maestre al di là dei vincoli, abbiamo sbloccato risorse per l’edilizia nonostante la crisi. In più, in ogni momento abbiamo offerto alle scuole le sedi della città per eventi culturali connessi al loro progetto.

Ci siamo inoltre impegnati sulla dispersione creando un nuovo modello, mirato al lavoro di “prevenzione” e non solo di contrasto, e finanziando progetti che agissero secondo nostre linee di indirizzo per costruire sui territori reti e alleanze per la comunità educante tutta, compresi i genitori.

Abbiamo avviato una ricerca diventata poi modello nazionale con l’ISTAT sulla condizione dei bambini stranieri presenti nelle nostre scuole: i risultati finora sono stati esaltanti perché per la prima volta gli intervistati erano gli alunni stessi, non dei portavoce adulti.

Quali sono le maggiori difficoltà riscontrate nello svolgere il ruolo di assessore?

Sicuramente le lungaggini amministrative, la burocrazia fatta di lacci e lacciuoli, che per esempio rallentano tuttora il lavoro fatto per la riqualificazione edilizia a fronte di tanti milioni impegnati, bandi e gare appaiono lentissimi, e i tempi diventano a volte “geologici” – il gap tra affrontare un problema, come noi facciamo con immediatezza, e risolverlo attraverso gli infiniti passaggi e la giungla amministrativa, è davvero frustrante.

Qual è il progetto del suo assessorato di cui va più fiero, in cui ha investito più energie?

Vado fiera del rapporto instaurato con tutte le scuole, che non mancano di ribadirmi la loro stima e vicinanza, e mi aiutano a gestire le grandi innovazioni che abbiamo introdotto, come, nell’ultimo anno, l’informatizzazione della gestione dei servizi di refezione, che era ancora ferma all’uso dei fax… insieme a loro siamo entrati nel nuovo millennio abbandonando il ’900 a cui eravamo fermi. E certamente le innovazioni sulla qualità della refezione, che mi è costata grande fatica: l’abbiamo difesa quando i soldi non c’erano, abbiamo investito risorse per la salute e l’educazione alimentare dei nostri bambini, che le statistiche danno per i più obesi d’Italia, oggi l’abbiamo messa in sicurezza e rinnovata rendendola anche ecologicamente sostenibile (rifiuti zero) e qualitativamente tra le migliori in Italia (ce lo dicono i dati, non è solo una mia ambizione)

Cosa vuole dire ai cittadini napoletani?

L’amministrazione come servizio e non come privilegio, la trasparenza  l’onestà e l’imparzialità  come guida dell’agire, l’apertura all’ascolto di tutte e tutti, la tutela della scuola pubblica, la lotta contro le discriminazioni, l’interesse generale invece del particolare: questo è quello che, io nel mio piccolo, ma in linea con il più grande impegno,  tutta la giunta de Magistris, consegniamo alla città. Nonostante la crisi, nonostante il patto di stabilità. Nonostante il discredito di cui gode oggi la politica. Il bene comune per noi non è una parola d’ordine…è solo la verità.

Annamaria Palmieri