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5 domande a Nino Daniele, assessore alla Cultura e al Turismo | Napoli Giunta fin qui

Ci racconti come e perché ha accettato il ruolo di Assessore

Perché se puoi fare qualcosa per la tua città non puoi sottrarti alle sfide ed in particolare ho trovato doveroso collaborare con de Magistris in un momento in cui era oggetto di duri attacchi. Anche da parte di chi aveva enormi responsabilità per la condizione difficilissima della città e provava a far dimenticare la pesante eredità di errori e manchevolezze con toni esasperati. Inoltre trovo le mie deleghe davvero prestigiose. Un grande onore. Molto congeniali alla mia esperienza politica e di impegno pubblico, alla mia storia, alla mia formazione.

Napoli è una città cambiata, ci racconti come ha contribuito al suo cambiamento

L’incomparabile, straordinaria, universale cultura partenopea non può che essere la risorsa fondamentale per il cambiamento. Come diceva Antonio Tabucchi il progresso è un maratoneta, il regresso un centometrista. Ripartire dai punti più alti della cultura della Città più filosofica al mondo è la sola possibilità per noi. Perché lo sia efficacemente, deve essere riscoperta, rivelata, rivissuta, riattualizzata, innovata. Il mio lavoro consiste soprattutto nel far sì che tutti i napoletani si riapproprino della nostra cultura, la vivano, l’attraversino, ne facciano leva per immaginare nuovi percorsi e la illustrino agli ospiti che ormai da tutto il mondo vengono qui per conoscerla. Ne traggano ragioni e motivazioni di orgoglio e di ” idem sentire”, ricucendo lacerazioni e ricostruendo comunità e visioni d’insieme, progetto.

In questi anni, senza poter concedere contributi economici, come Assessorato alla Cultura e al Turismo, abbiamo promosso centinaia di eventi culturali che hanno animato la città. Hanno dimostrato che si sta formando una consapevolezza più adeguata della necessità e dell’opportunità di creare imprese culturali professionali o di privato-sociale, che possano contare anche – ma non più esclusivamente – sul supporto istituzionale. Questo assetto di collaborazione e sperimentazione di forme nuove di sinergia tra pubblico e privato, ormai lontano dalla logica dei lauti contributi pubblici a fondo perduto, che ormai sarebbe comunque impossibile erogare – sta dando vita a pratiche creative sempre più efficaci ed innovative. Ne scaturiscono anche nuovi profili professionali, peraltro molto congeniali al talento partenopeo.

Negli ultimi anni il calendario annuale degli eventi culturali della città si è ampliato ben oltre gli storici format del Maggio dei Monumenti, dell’Estate e del Natale a Napoli. Nuovi “contenitori ideativi” ormai occupano ogni mese dell’anno. A beneficio dei cittadini e dei turisti, i cui flussi sono decisamente destagionalizzati.
Nel campo turistico il cambiamento della percezione della destinazione turistica Napoli è evidente a occhio nudo.

Il nostro lavoro è stato serrato quanto variegato. Abbiamo messo in atto una corposa e multiforme serie di attività promozionali del territorio; dalle più tradizionali alle più inusuali. Purché si parlasse della inesauribile capacità di suscitare meraviglia della nostra Città senza la lente grigia e deformante dei pregiudizi e degli stereotipi che l’hanno filtrata per troppi anni.
Come? Attraverso la scelta mirata di fiere internazionali del turismo alle quali abbiamo partecipato destando l’interesse di molti operatori, che sono poi stati invitati a Napoli per brevi soggiorni in modo da proporre ai loro mercati un’offerta turistica sperimentata personalmente. Questa è la formula dell’Educational, che trovo particolarmente adatta a far conoscere Napoli, perché non c’è modo migliore di conoscerla visitandola, e perché l’esperienza diretta è il miglio antidoto al pregiudizio. Fino ai blogger dei siti più seguiti nelle principali città europee.
Negli ultimi anni Napoli è stata protagonista o scenografia di decine e decine di documentari, cortometraggi, spot, telefilm e film.

Abbiamo favorito al massimo questa attività, attraendo le produzioni da tutto il mondo e facilitando al massimo l’ottenimento dei permessi e dei servizi necessari a girare. In questo modo le bellezze del nostro patrimonio artistico, monumentale, tradizionale, paesaggistico sono di nuovo ammirate in tutto il mondo: Brasile, Corea, Cina ,Giappone Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna solo per citare alcuni paesi.

L’enorme afflusso turistico, che ormai lascia a Napoli solo pochi mesi di bassa stagione, sta motivando tantissimi giovani che si sono impegnati ed hanno creduto e scelto di lavorare nel settore dei servizi al turista creando così un circolo virtuoso a beneficio dell’offerta di accoglienza della città e della occupazione giovanile.
L’esperimento “Welcome to Naples” predisposto dal mio assessorato si sta rivelando estremamente efficace: circa sessanta ragazzi neolaureati in lingue e in beni culturali hanno animato una inedita modalità di accoglienza disseminata sul territorio per dare il benvenuto e offrire assistenza e informazioni ai turisti che visitano la città.

Quali sono le maggiori difficoltà riscontrate nello svolgere il ruolo di assessore?

Le difficoltà e gli ostacoli sono tanti. Napoli veniva da più lustri di crisi. La sua immagine nel mondo era offuscata e deteriorata. Su questa condizione già terribile si è abbattuta la più grave crisi che l’Occidente abbia conosciuto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Lo spirito pubblico era cupo e dolente, avvilito e quasi rassegnato ad un destino di ineluttabile declino. La crisi finanziaria generale aveva completamente travolto un ente locale già sull’orlo del dissesto. Ma c’è una parola che non è mai appartenuta e mai apparterrà al lessico dei napoletani onesti: resa! È nelle difficoltà che bisogna provare ad andare avanti con sempre maggiore caparbietà. Ho parlato ai miei interlocutori, in genere abituati a considerare l’Assessore un dispensatore di contributi, della necessità di stringere i denti e praticare modi nuovi di produrre cultura e spettacolo: in rete e cooperando.

Mano a mano, superando insieme le difficoltà, i traguardi sono stati sempre più ambiziosi e ricchi di soddisfazioni. Tantissimi e con immensi sacrifici hanno accettato la sfida. Oggi possiamo dire a voce alta che Napoli non è solo un problema per il Paese ma la sua grande, e forse migliore, opportunità per ripartire da cultura, conoscenza, turismo.

Qual è il progetto del suo assessorato di cui va più fiero, in cui ha investito più energie?

Ogni progetto nuovo è una sfida entusiasmante e ogni progetto che prosegue è un risultato soddisfacente. Negli ultimi mesi Napoli è stata protagonista della filosofia, del giornalismo di frontiera, abbiamo avuto l’emozione di ascoltare la musica di 21 pianoforti in piazza del Plebiscito, di recente si è raggiunto l’apice delle celebrazioni pasoliniane attraverso l’arte del nostro grande Roberto De Simone. In questo periodo mi sto concentrando molto su un luogo che ritengo particolarmente strategico: lo Spazio Pubblico Piazza Forcella, l’ex cinema di Forcella che dopo anni di chiusura è luogo di incontri culturali più vari, biblioteca, laboratori teatrali, di danza, di attività per bambini, il mio obiettivo è di rendere quel luogo e la strada in cui si trova, sempre più partecipato dagli abitanti del quartiere e di tutta la città.

Cosa vuole dire ai cittadini napoletani?

Di essere orgogliosi delle nostre origini e della nostra cultura, di ricercarla, riappropriarsene, curarla e presentala con fierezza a chi viene a visitarci da ogni parte del mondo per conoscerci.

Nino Daniele